Per quanto sta in te
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un via vai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
(Konstantinos Kavafis)
Abbandonati come bambini non voluti, sfilano in camere del dolore, muti, incapaci di un urlo, una protesta. Sono i malati cronici di patologie degenerative, quelli che non guariranno mai e che non muoiono.
Ma anche stavolta prendo il meglio: vivere. #vitadasclerata
"So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze.
So che quello che afferri,
oggetto o mano, penna o portacenere,
brucia e non se n’accorge,
né te n’avvedi tu animale innocente
inconsapevole
di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
e una sostanza, un raggio che si oscura"
Eugenio Montale
“Il coraggio è quello delle tre del mattino.
È l’ora peggiore. È l’ora in cui sei solo.
È l’ora in cui devi fare i conti con la tua vita. Soprattutto i conti quelli che non tornano.
È l’ora in cui ti senti angosciato. Pensi che non ce la fai. Pensi che quel problema è troppo grande e che non si risolverà.
E poi, l’alba, la luce, i rumori, la moka del caffè e la vita che ricomincia.
E le voci amiche che ti confortano. Perché da solo l’uomo non è nulla, abbiamo bisogno gli uni degli altri.”
Crepet
«Il senso della nostra esistenza terrena è quello di crescere, diventare esseri completi, e ritornare all'unità. Si ha paura della morte, ma in realtà con la morte ci si libera. Tutti siamo prigionieri di abitudini, paure, illusioni. Le sofferenze dovrebbero indurci ad abbandonare l'ego, che chiude la strada del ritorno alla nostra natura divina. Ho scritto anche parecchie canzoni mistiche. Attraverso la musica si può imparare ad aprire il cuore gli uni agli altri».
Franco Battiato
Il 2022 mi ha dato tanto e mi ha tolto tantissimo: mio padre.
Il 2023 non lo immagino. Mi sembra ancora irreale, anche se lo sento ormai nell'aria.
Non ho, comunque, buoni propositi, ho solo qualche solida certezza. Scorro foto sul telefono e vedo momenti particolari che mi fanno riflettere. Voglio continuare a circondarmi di persone che abbiano la sensibilità di allontanare la cultura dello scarto, la suggestione del respingimento dell'umanità sofferente, amino la pace.
“Mi avevi detto - osservò il bue - che era la festa della serenità, della pace.
- Già - rispose l'asinello. - Una volta infatti era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi (…).
Sei proprio sicuro che non sono usciti tutti matti?
- No, no. È semplicemente Natale.
- Ce n'è troppo, allora. Ti ricordi quella notte a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino. Era freddo anche lì, eppure c'era una pace, una soddisfazione. Come era diverso”.
Dino Buzzati
"Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
(...)
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l'alberetto.
Ci sono soltanto i fiori di gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L'albero dei poveri sul vetro è fiorito:
io lo cancello con un dito".
Gianni Rodari
Mi piace leggere, sono una giornalista. Vivo in Sicilia.